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giovedì 7 aprile 2011

Ricetta 15

Castagne  Sciroppate
Ingredienti  1 kg castagne sbucciate - 700 g di zucchero - 300 ml di acqua
1 bicchierino di rhum (facoltativo)
Buttate le castagne sbucciate, in acqua bollente per qualche minuto, scolatele e, ancora calde, togliete la loro seconda pelle.
Vi consiglio di usare dei guanti in modo da non scottarvi le dita!
Fate poi uno sciroppo sciogliendo lo zucchero nell'acqua e cucinate fino a quando è diventato trasparente; e facendone cadere un po' su di un piatto forma una goccia larga, ci vorranno circa 5 minuti.
Aggiungete le castagne, mescolate con delicatezza e fatele cuocere fino a quando si possono forare facilmente con un ago.
Toglietele dallo sciroppo e trasferitele nei vasi tiepidi e perfettamente puliti. A questo punto, se volete, versate il rhum nello sciroppo di zucchero e continuate la sua cottura fino a quando ha preso la fluidità del miele. Versatelo ancora caldo sulle castagne e chiudete subito i vasi che conserverete in luogo asciutto e buio fino al momento dell'uso.

Marmellata di castagne
Ingredienti 1kg di castagne - 1 cucchiaio di sale . 1 cucchiaino da caffé di semi di finocchio - 1 kg di zucchero - 200 ml di acqua - 1 bicchierino di rhum
Sbucciate le castagne, mettetele in una pentola, ricopritele di acqua nella quale avrete aggiunto il sale ed i semi di finocchio e fate bollire per circa un ora.
Scolatele e, ancora calde, togliete la loro seconda pelle.
Vi consiglio di usare dei guanti in modo da non scottarvi le dita!
Passatele poi nel passaverdure.
Sciogliete poi lo zucchero nell'acqua e cucinate fino a quando è diventato trasparente; ci vorranno circa 5 minuti.
Aggiungete le castagne, mescolate e fate cuocere per circa mezzora.
Per ultimo aggiungete il rhum, date una bella mescolata e versate nei vasi tiepidi e perfettamente puliti.
Chiudeteli subito con la marmellata ancora calda e conservate in luogo asciutto e buio fino al momento dell'uso.

Pasimata  Della  Garfagnana
E’ il dolce tipico del periodo di Pasqua , preparato con uova, uvetta, zucchero, Vin Santo, anice e scorza di limone.
Ingredienti per 6 persone: 500 gr. farina - 100 gr. burro - 200 gr. zucchero - la scorza grattugiata di ½ limone - 1 bicchiere di latte - 15 gr. di anice - 25 gr. di lievito di birra - Vin Santo - 100 gr d’uvetta - 3 uova.
Stemperare il lievito nel latte tiepido e aggiungere la farina quanto basta, lasciar riposare il “levame” fino al giorno dopo.
Il giorno seguente mettere l’uvetta a rinvenire nel vin santo, fare la fontana con la farina ed al centro mettere 2 uova, lo zucchero, il burro ammorbidito, un bicchierino di vin santo ed il lievito preparato la sera prima.
Lavorare energicamente e lasciar riposare l’impasto finché non avrà raddoppiato il suo volume, quindi si impasta di nuovo incorporando anche l’anice, l’uvetta e la scorza di limone.
Lavorare ancora per 10 minuti e poi dividerlo in forma di panetti.
Imburrare e spolverare di farina una teglia da forno e disporvi le pasimate che andranno spennellate con uovo sbattuto.
Inciderle longitudinalmente con un coltello ed appena saranno lievitate di nuovo infornarle e cuocerle per circa 40 minuti a 180°: la cottura varia a seconda della loro grandezza.

Torta  Co'  Becchi
Ingredienti: 300 gr. di farina, 200 gr. di zucchero, 80 gr. di burro, 80 gr di riso, 50 gr. di pinoli, 80 gr. di bietola cotta, 100 gr. di pane ammollato, lievito per dolci, 2 uova , sale e pepe.
Preparare la pasta frolla, aggiungendo alla farina un uovo, il burro, 100 gr. di zucchero, un poco di sale e amalgamare l'impasto.
Prendere il riso cotto, unendo l'altro uovo, 10 gr. di zucchero, la bietola cotta sbriciolandola, i pinoli, il pane precedentemente ammollato e strizzato, sale e pepe.
Per la cottura utilizzare una teglia imburrata e leggermente infarinata da riverstire con la pasta frolla preparata e poi spianata, facendo in maniera di farne uscire una parte fuori dal bordo.
Versare al suo interno l'impasto preparato, realizzando tutto intorno con la pasta dei becchi ripiegando la pasta stessa.
Cuocere in forno a circa 200 gradi per 40 minuti.
Il pecorino della Garfagnana
Il pecorino dell’alta Garfagnana (Matanna)  Metra)e delle colline della valle è uno dei prodotti più tipici della zona, prodotto ancora seguendo le antiche tradizioni.
Che sia fresco e baccellone (chiamato così perchè si usa mangiarlo insieme alle fave o baccelli) o stagionato, il pecorino della Garfagnana è sempre un gran mangiare.
Prodotto solitamente a partire dal latte di pecore di razza massese, allevate brade sui pascoli della valle, utilizzando caglio di agnello (ma anche capretto o vitello) dopo averlo riscaldato in caldaie a circa 38 gradi.
Dopo 20-30 minuti viene verificata la corretta formazione della cagliata con uno spino di legno, e se pronta viene frantumata con le mani fino a sbriciolarla completamente se si deve stagionare, oppure si riduce a pezzi un po' più grandi se il pecorino deve essere consumato fresco.
Dopo aver sgrondato il siero, la cagliata viene passata negli stampi forati, che vengono rigirati più volte per farli meglio sgocciolare.
Le forme così ottenute vengono salate a secco e messe su assi di legno di pioppo o castagno a maturare per circa 30 giorni.
L'eventuale stagionatura si protrae per altri tre mesi, e permette di ottenere le forme dal caratteristico colore marrone.
Il pecorino della Grafagnana si presenta in forme da poco meno di un chilogrammo fino a circa tre kg, spesse più o meno 10-12 cm e di colore variabile dal giallo chiaro (se fresche) al marrone.
Anche la pasta varia ovviamente di colore e consistenza con la stagionatura, passando dal bianco latte al giallo chiaro.

Il tiro della forma
L'incontro tra popoli diversi, le dominazioni e l'orgoglio locale producono un senso di sfida che pervade tutta la società.
Questo senso di misurarsi da sempre si traduce in una competizione che sposa la tradizione, gli usi e i costumi locali.
Ne nascono molti sport minori tra i quali campeggia il tradizionale "tiro della forma": una gara di lancio di vere forme di formaggio (sebbene in qualche caso sostituite da "forme" di legno).
Risalendo la via comunale che porta al Parco dell'Orecchiella, superata la Fortezza delle Verrucole, si raggiungono prima Orzaglia, una suggestiva località da cui si ammira uno splendido panorama della valle del Serchio e delle Alpi Apuane, e poi si può raggiungere Caprignana Vecchia, distrutta dal terremoto del 1920.
Facilmente riconoscibile per l'originale torre campanaria, l'abitato di Orzaglia è situato su un'area pianeggiante che da una parte si affaccia sulle Apuane e dall'altra sulla vista della Fortezza delle Verrucole e del fondovalle.
Nelle immediate vicinanze dell'abitato di Orzaglia è situato un campo di "tiro della forma", antico sport tradizionale della Garfagnana.

Composto  di  Mele  cotogne  (cotognata  medievale)Le mele cotogne, già dal medioevo non venivano mangiate crude, ma servivano solo per fare preparati cotti.
Era in uso dire, a proposito della partoriente che mangiava mele cotogne, che avrebbe dato figli di segnato ingegno.
Ancor oggi questi frutti servono per fare marmellate e per essere aggiunti a composti realizzati con altra frutta.

Cuocere le mele in acqua fino a disfarle.
Passare al setaccio e tenere all’aria per tre giorni.
Aggiungere tre parti di miele per ogni parte di passato e far bollire nuovamente il tutto.
Al termine della cottura addizionare delle spezie
pregiate (cannella, pepe, zenzero, garofano ecc).
Stendere il composto su un panno bagnato e farne dei fogli spessi come un mignolo, da tagliare a quadretti e da presentare su foglie di alloro.
L’avvertenza nella cottura è di rimescolare continuamente, come del resto viene fatto tutt’ora con le nostre marmellate casalinghe.
Il Monaco medioevale consigliava inoltre se il preparato era destinato ai malati di aggiungervi dello zucchero.

FARRO
Prima che si conoscesse il grano duro era il farro (grano vestito) l'elemento essenziale nella dieta delle popolazioni arcaiche.
Secondo gli studiosi la terra di origine di questo grano  è la Palestina.
Di là, attraverso gli scambi e i movimenti dei nomadi, deve essere arrivato in Egitto (ne sono una prova le grandi quantità ritrovate nelle tombe dei faraoni) e in tutto il Mediterraneo.
Nella penisola italica il farro cominciò a circolare intorno al VII sec. a.C. e fu certamente il primo cereale coltivato nella Tuscia e nel Lazio, diventando il cibo preferito di Etruschi e Romani, che per lungo tempo ne fecero il loro pasto quotidiano.
Seconde le leggi delle XII Tavole, la costituzione repubblicana di Roma del V sec. a.C., anche i prigionieri o gli schiavi avevano diritto a una libbra (circa trecento gr.) di farro al giorno, e persino i legionari di Cesare partivano con un pugnetto di farro nella bisaccia.
Con questo grano, dal quale deriva il termine farina, si celebrava il rito matrimoniale (confarreatio) nel mondo classico romano.
Una cerimonia molto aristocratica che, dopo il sacrificio a Giove, vedeva donata agli sposi una focaccia di farro (farrum) da spezzare e consumare assieme.
In alcune aree dell’Italia centrale, come in
Garfagnana, la tradizione alimentare del farro è ancora forte, lo si semina e lo si presenta in tavola sotto mille vesti, dall’antipasto al dolce, con in più il vantaggio che la ricchezza di glutine e il sapore allettante ne fanno un cibo sano e gradevole.

 
Zuppa Di Farro SPICCHI d'aglio.
Lasciare cuocere, pulire il Farro scartando le granaglie e le pagliuzze con un colino lavandolo a filo d'acqua. (non ammollare).
una padella mettere olio extravergine di oliva, gli odori a pezzetti, gli spicchi d'aglio, le foglie di rosmarino e maggiorana.
Far colorire gli odori (sedano e carota), aggiungere la pancetta e il lardo a piccoli pezzi e far rosolare. Aggiungere il concentrato di pomodoro diluito i una tazza con acqua della cottura dei fagioli. Lasciare tirare e spegnere il fuoco. Salare i fagioli quasi cotti e passarli con il passaverdure assieme al brodo di cottura e al condimento della padella.
Un pizzico di sale e pepe e rimettere il passato ottenuto in padella aggiungendo appena inizia a bollire il Farro.

Torta Garfagnina

Una ricetta veloce da utilizzare in mille modi
Farro 200 gr. -  4 o 5 patate - Carne macinata 200 gr. circa - Olio di Oliva Extravergine - Formaggio (parmigiano o pecorino grattato) 50 gr. circa - Sale e Noce Moscata  2 Uova
Lessate le patate e il farro separatamente. Unite in una  zuppiera
tutti gli ingredienti:Il farro e le patate lessate (schiacciate con lo schiacciapatate o con la forchetta), 2 uova, il  formaggio, la carne macinata, un pò di olio di oliva extravergine. Salate e aggiungete una “grattatina” di noce moscata.Mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo.Ungete una teglia e infornate. Cottura a 180° per 50 minuti circa.Servite calda o fredda a vostro piacimento. il farro e le patate lessate (schiacciate con lo schiacciapatate o con la forchetta),

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